Dedicata a Voi Genitori ...

... che venendo a colloquio da me per i vostri figli mi insegnate a conoscerli, a capirli così da contribuire tutti a far loro da trampolino di lancio, flettendoci sulla loro misura, affinchè ciascuno abbia la spinta giusta per spiccare il volo verso un futuro produttivo.

Il mio più sentito GRAZIE per il vostro interagire con me che produce quanto segue:


1^ riflessione a fattor comune

Un puzzle da costruire ogni giorno

Genitori e docenti sin dal primo giorno di scuola dovrebbero instaurare in modo indelebile l'alleanza scuola famiglia per riuscire ad accompagnare insieme, ed in modo proficuo, gli studenti nel percorso formativo.

Nonostante noi docenti poniamo la massima attenzione alla persona, purtroppo ci ritroviamo con troppi allievi e riuscire ad essere per ciascuno di loro un'occasione di crescita non è sempre facile sopratutto perchè manca il tempo per conoscersi.

In ciò voi genitori siete preziosi parlandoci dei vostri figli ci date le chiavi di lettura dei loro comportamenti.

2^ riflessione a fattor comune

Metto a fattor comune queste 3 riflessioni sulle 3 tipologie di possibile approccio ai nostri figli / studenti.

insegnante canotto

GENITORE / INSEGNANTE CANOTTO fa navigare il ragazzo nella conoscenza della materia / vita. Lo porta a svolgere tutte le attività connesse ad essa sostituendosi però a lui. Non lasciandogli alcun margine di movimento proprio. Il motivo di tale scelta, spesso inconsapevole, potrebbe essere legata al bisogno di affermare se stesso e la propria autorirà. Siamo davanti a soggetti che utilizzano come stile comunicativo la posizione "io sono Ok tu non sei Ok" dell'analisi transazionale. Davanti a queste persone non è facile riuscire a ritagliarsi la propria identità e ampliare il proprio cammino di crescita.

GENITORE / INSEGNANTE SALVAGENTE permette al ragazzo di bagnarsi con il sapere, di spaziare nella conoscenza della materia / vita ma ancora in un ambiente protetto quale può essere il salvagente. La persona può fare alcune bracciate, dimenarsi per tentare una bella nuotata ma è sempre avvolto dall'adulto. Siamo ancora in una posizione che dà più libertà ma che ancora limita. Potremmo ancora definire lo stile comunicativo "Io sono Ok tu non sei Ok" o anche "Io non sono Ok tu sei Ok" in cui la posizione "tu non sei ok" è molto più attenuata e quasi comincia a volgere verso l'autonomia ma non piena.

GENITORE / INSEGNANTE TRAMPOLINO da invece la spinta per poter saltare in autonomia fornendo al ragazzo solo gli strumenti necessario per spiccare il salto. Compito dell'adulto in questo caso è quello di sapersi flettere perfettamente senza spezzarsi. Saper reggere il peso che l'allievo può arrecare e nonostante tutto assecondare le sue spinte verso la conoscenza per far si che il suo salto sia il più bello, il più prestante, il più travolgente che abbia mai avuto e che lo proietti direttamente verso il SUO futuro a servizio della collettività. Genitori / Insegnati così hanno sicuramente uno stile comunicativo "Io sono Ok tu sei Ok". Abbiamo la massima autonomia ed un senso critico adeguato a vivere e produrre.

3^ riflessione a fattor comune

Creare magia ed emozioni per aiutare i nostri figli / studenti ad imparare. Questa considerazione nasce da un'esperienza personale. In giugno mi sono resa conto che mia figlia non sapeva le tabelline e questo la rendeva vulnerabile, irritata, e cominciava a svalutarsi come bambina. La cosa cominciava a preoccuparmi oltre al fatto che iniziava una demotivazione che rischiava di radicarsi nella sua interiorità.

Come contrastare tale atteggiamento nascente?

Giocando un pò di astuzia per tutta l'estate nei momenti più belli e di estrema unione familiare ho cominciato a mettere le tabelline come il prezzemolo sul pesce. Al mare mentre giocavamo enunciavo una tabellina e le chiedevo di ripeterla suggerendole delle strategie per ricordare. In macchina mentre si andava iniziavo a contare per due, per tre ecc. adattando il ritmo agli eventi come i giunti di un ponte, qualunque cosa il momento ci indicasse. Momenti di unità profonda invasi dal ripassare qualche tabellina. E' passato più di un mese da quando ho smesso di usare le tabelline-prezzemolo e stasera mia figlia in un momento di unità familiare comincia a ripetermi le tabelline e poi mi chiede di farle le domande a saltare e ci prende talmente gusto che non vuole più smettere. Sapete la cosa buffa! Non ne ha sbagliata nemmeno una e si è velocizzata parecchio oltre al fatto che il suo atteggiamento verso la scuola è ritornato stimolante e non demotivante. Cosa è accaduto? Senza rendermene conto ho condizionato mia figlia utilizzando il suo bisogno di stare bene e di ricevere le coccole dalla mamma con un'apprendimento: le tabelline. Senza rendermene conto l'ho aiutata ad affrontare le difficoltà utilizzando il bello della relazione familiare. Senza rendermene conto stare con lei in modo creativo e accogliente ha prodotto un'apprendimento. 

4^ riflessione a fattor comune

Le giornate degli adulti sono una continua corsa per essere all'altezza di tutto quanto la Vita / la società / i nostri ruoli ci chiedono. Spesso accade però che, non sempre prendiamo di petto le cose che "scottano", ossia noi stessi e l'irrisolto dei nostri passati.

I nostri figli, crescendo, ci fanno rivivere quanto abbiamo vissuto noi e magari si inceppano nelle stesse cose che avevano o hanno inceppato noi e ci costringono, se vogliamo essere per loro qualcuno di importante, ad affrontare situazioni che magari fatichiamo ad affrontare.

Io penso che in ciò sta tutta la bellezza della Vita che nel suo essere maestra ci raggiunge per renderci saggi e liberi da un passato che merita di essere riletto alla luce del presente.

Guardarsi dentro non è facile!

Anche davanti al dolore più grande ed al fastidio più dirompente l'atteggiamento giusto è accettare. Accettarsi certi che è proprio “quando pensiamo di morire di dolore, di dover affrontare una situazione che supera di gran lunga le nostre capacità, la nostra fantasia, le nostre possibilità, che scopri una parte di te sconosciuta e importantissima. E' lì che viene fuori la grinta, la voglia di farcela. La necessità e la responsabilità di andare oltre. E' proprio quando senti che stai definitivamente per soffocare, che finisci per imparare a "respirare".

(A. Vanligt)

Forse i nostri studenti / figli hanno bisogno di vedere in noi questo coraggio.

Questa capacità di affrontarci a testa alta. Senza paura o meglio con tutta la paura che abbiamo dentro ma con lo stesso coraggio che è dentro e che decidiamo di tirar fuori. Questo forse sarà l’esempio che possiamo dargli e che genererà in loro le basi per affrontare in pienezza, consapevolezza e produttività la Vita rendendo un servizio a tutti.

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5 ^ riflessione a fattor comune

Abbracciate i vostri figli. Stringeteveli al petto come facevate quando erano piccoli, appena nati. Più indietreggiano con i loro corpi mostrando riluttanza e contegno e più forzateli nell'abbraccio sincero e puro di chi li ha voluti al mondo e li ama più di ogni cosa. Fategli sentire quanto sono importanti per voi ma non per come sono ma solo per il fatto di esserci e di essere il vostro frutto. Il vostro compito è quello di restituirgli sempre e in qualunque circostanza quel periodo spensierato in cui erano amati e non dovevano pensare a nulla. La vita li costringe a crescere e se voi non incarnate questo amore dell'inizio li inaridite rendendoli poveri di doti vincenti.

Compito di un genitore ESCAPE='HTML'

6^ riflessione a fattor comune

Carissimi genitori può sembrare, e a volte è, impossibile da accettare ma occorre essere obiettivi e lasciare che i nostri figli comunque, dopo averli partoriti noi, si partoriscano da soli alla vita di ogni giorno .

L'atteggiamento corretto da tenere?

Seguirli da lontano, far sentire la nostra voce su come abbiamo affrontato noi lo stesso problema e poi lasciarli andare dandogli la certezza che ci siamo sempre.

7^ riflessione a fattor comune

Chi controlla la nostra barca?

Oggi durante la lezione ho tolto il cellulare ad un ragazzo che seguiva perfettamente perché ho avvertito che era troppo legato ad esso, troppo in ansia per le relazioni che deteneva. Nel toglierlo ho detto a tutti:"se non riuscite a mollare qualunque cosa per neanche un paio d'ore allora non avete il controllo su voi stessi. Se non avete il controllo su voi stessi allora vuol dire che la vostra barca è alla deriva, in balia di chi detiene il controllo. La scuola deve insegnare ad essere liberi e a sapersi dominare. Se non lo fa ha fallito nel progetto educativo della popolazione. Chiaro ragazzi! Ecco perché per queste 2 ore ti tolgo il cellulare. "

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8^ riflessione a fattor comune

La riflessione che vi sottopongo è strettamente connessa all'atteggiamento che ciascuno ha nei confronti di se stesso e del proprio figlio. Sia i genitori che gli insegnati devono essere consapevoli di quanto sia determinante il proprio porsi nei confronti dellì figlio/ allievo.

Buona lettura. 

L'équipe guidata dal ricercatore americano Robert Rosenthal ideò negli anni sessanta un esperimento nell'ambito della psicologia sociale, sottoponendo un gruppo di alunni di una scuola elementare californiana a un test di intelligenza. Successivamente selezionò, in modo casuale e senza rispettare l'esito e la graduatoria del test, un numero ristretto di bambini e informò gli insegnanti che si trattava di alunni molto intelligenti.
Rosenthal, dopo un anno, ripassò nella scuola, e verificò che i suoi selezionati, seppur scelti casualmente, avevano confermato in pieno le sue previsioni migliorando notevolmente il proprio rendimento scolastico fino a divenire i migliori della classe. Questo effetto, in questo caso benefico, si avverò grazie all'influenza positiva degli insegnanti che riuscirono a stimolare negli alunni segnalati da Rosenthal una viva passione e un forte interesse per gli studi.
"L'effetto Pigmalione" può manifestarsi non solamente nell'ambito scolastico, ma anche in altri contesti, come in quello lavorativo nel rapporto fra capi e dipendenti oppure in quello familiare nelle relazioni fra genitori e figli e in tutti quei contesti dove si sviluppino rapporti sociali. Quindi le aspettative possono condizionare la qualità delle relazioni interpersonali e il rendimento dei soggetti.

NESSUNO E’ PERDUTO FINCHE’ C’E’ QUALCUNO CHE CREDE IN LUI ESCAPE='HTML'

9^ riflessione a fattor comune

I bambini vedono i bambini fanno.

10^ riflessione a fattor comune

Tutto quello che è comodo è stupido!

11^ riflessione a fattor comune

... la scuola deve guidare una società...

12^ riflessione a fattor comune

a voi un Crepet che offre molti spunti di riflessione per il bene dei nostri figli...

13^ riflessione a fattor comune

In questi giorni parlando con voi genitori mi sono ritrovata a dire più volte che è fondamentale per aiutare i nostri figli / studenti aiutarli a verbalizzare i loro stati emotivi interiori. Aiutarli a capire cosa pensano. Dare voce a questi pensieri per comprendere dove sta il problema che li limita impedendogli di dare il meglio di se stessi nella scuola, nella vita.

Aiutarli a verbalizzare richiede a noi adulti quel processo tanto complesso e a volte doloroso di esame con se stessi. Con la nostra reale crescita maturata ovvero ritornare al nostro passato. Verbalizzare i pensieri, le emozioni, i conflitti, le paure di allora per dargli voce oggi con la maturità acquista con l'esperienza del vivere ed essere e dire quello che allora non potevamo essere e dire perchè nessuno ci aiutava degli adulti presenti non perchè non volessero ma perchè il sostrato sociale e culturale era in divenire e certi step maturativi si raggiungono solo con gli anni.

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